Una ricetta antica, cucinata con una tecnica moderna. Ecco la mia versione della tajine di pollo.
Chi mi conosce e chi mi segue da un po’, sicuramente ha intuito che ho un gusto particolare per la cucina nord africana e mediorientale. Racconto spesso i miei primi passi ai fornelli – quando vivevo in Tanzania e avevo un’amica giapponese molto brava con le specialità etniche. Tempo fa avevo pubblicato una ricetta di origine libanese, l’hummus, che aveva avuto parecchio successo. E adesso vorrei presentarne un’altra, questa volta marocchina: la tajine di pollo con ceci e couscous.
Per che occasioni è adatto questo piatto? Direi che è abbastanza versatile. Ottimo per le persone a cui piacciono i gusti speziati, la carne stufata, i legumi, gli aromi caldi e avvolgenti. Parliamo di un tipo di cottura molto antico, che originariamente (ma ancora oggi, se si vuol seguire la tradizione alla lettera) avveniva in pentole di terracotta dotate di un coperchio alto e appuntito. Temperature basse e tempi lunghi permetteveno di mantenere la carne umida, molto tenera e saporita.
Per chi vive in campagna è più probabile avere una cucina attrezzata con stufa o caminetto, utilizzare i tegami in terracotta e quindi poter cucinare la tajine alla maniera tradizionale. Per me che vivo in un appartamento in città, la sfida è più ardua.
Sono riuscita ad ottenere un risultato molto simile all’originale utilizzando la CBT, ossia la cottura sottovuoto a bassa temperatura: la carne ben speziata, cucinata nel bagno termostatico, conserva una morbidezza eccezionale… e quando “rinviene” nel condimento bollente rilascia tutti gli aromi delle spezie in modo delicato e gradevole. È possibile simulare la cottura in tajine anche con una crockpot oppure con una pentola di ghisa col coperchio pesante.
Credo che le ricette possano essere rese adatte all’ambiente in cui si vive (ne parlo qui, slide #5). Spazio all’arte del risolvere con gli strumenti che si hanno a portata di mano. Questo è il tipico caso in cui vale tutto!